Emilio Salgari ha scritto il Ciclo di Sandokan con dovizia di particolari geografici, senza mai essere uscito dall’Italia , a me tocca descrivere una partita senza averla vista , ma soprattutto vissuta. Per una serie di circostanze l’avevo preparata quasi due anni , mercoledì dopo mercoledì , con passione e ragione , poi un banale raffreddore me lo ha impedito, è difficile deglutire quella sensazione di amaro in bocca , in un certo senso la stessa emozione che si prova quando finisce qualcosa di bello, ,quindi costretto ad immaginarmi come l’imperturbabile Gato Diaz nel romanzo di Soriano, avvio questa narrazione. La mente si sforza di immaginare Mirco che serenamente difende la porta impegnandosi a non far entrare nessun tiro , a Matteo che guida la difesa con la solita caparbietà a Simone che oramai sbloccato la sblocca , all’emotività di Big Francesco che la vorrebbe vincere subito, urla e cerca la soluzione personale. Penso a Mattia che cerca di anticipare tutti e prendere ogni pallone poi appena la situazione lo concede si butta in avanti, a Marco che sta lì pronto a recuperare palla e impostare , immagino Giammarco correre su e giù alla ricerca di avversari e pallone che segna con uno dei suoi soliti inserimenti a fari spenti , penso al cross sbagliato di Ramberto che diventa rete, come la nota volutamente sbagliata di All my love dei Led Zeppelin. Vedo Nicola partire da dietro e scatenarsi in sicurezza , Eleonora correre per tutto il campo senza sosta , Andrea esordire e giocare con la solita scioltezza di sempre. Richiama la mente anche chi si è prestato agli avversari come Gabriele , Ilario e Amedeo , che hanno permesso di svolgere la partita così come si era progettata. Il risultato può essere anche merito di fortuna , la prestazione no , e su questo non ho mai avuto dubbi, nel post partita la video chiamata era carica di emotività e il mero risultato statistico viaggiava dal 13 al 16 a 2 , i nostalgici hanno anche dichiarato: Gol di Mirco di testa su calcio d’angolo. Per ultimo mi figuro Francesco detto il Presidente, mi sembra di sentire l’inconfondibile accento chiacchierare a profusione, mi sembra di vederlo sorridere all’idea di trovarsi nel posto giusto al momento giusto e pure avendo preparato la pizza , in fondo è sempre meglio nascere fortunati che ricchi.
sursum corda
Sir Paulla